Pulci e Zecche

Pulci e Zecche cover
Foto di repertorio

È arrivata la primavera che ha portato con sé, oltre a temperature miti, anche parassiti come pulci e zecche. Complice un inverno tutt’altro che rigido, questi parassiti popolano in grande numero non solo le nostre colline ma anche le aree verdi cittadine sopratutto laddove l’erba è più alta. Nutrendosi del sangue dei nostri amici a quattro zampe, questi piccoli quanto sgraditi “ospiti” possono veicolare anche malattie che non devono essere sottovalutate.

Pulci e Zecche

Responsabili di fortissimo prurito, le pulci possono causare anche dermatiti allergiche da curare con attenzione e al contempo possono veicolare un parassita intestinale ovvero la tenia. Guerra senza esclusione di colpi anche alle zecche, parassita che rappresenta un pericolo non solo per cani e gatti ma anche per l’uomo. Appartenente alla famiglia degli aracnidi, le zecche in questo periodo dell’anno si svegliano dal letargo e si appostano all’estremità delle piante aspettando il passaggio di un animale o di un uomo. Attenzione perché  il morso della zecca può portare diverse malattie sia a bipedi che a quadrupedi: tra queste, borreliosi , ehrlichiosi e rickettsia sono le principali.

Antiparassitari: alleati della salute di cani e gatti

Per proteggere i nostri amici a quattro zampe sono dunque indispensabili gli antiparassitari che esistono sia sotto forma liquida, da apporre tra il pelo, che come collari oppure in compresse. Da quelli naturali a quelli composti, invece, da molecole sintetiche, la scelta è davvero vasta sia per il cane che per il gatto.  In ogni caso, è necessario fare riferimento al proprio medico veterinario per acquistare il prodotto più indicato per cane e gatto.

A dare qualche consiglio pratico per proteggere l’uomo, è, invece il portale di epidemiologia della sanità pubblica. Coloro che si apprestano a recarsi in aree a rischio dovrebbero vestirsi con abiti chiari che rendono più facile l’individuazione delle zecche facendo attenzione a coprire le gambe con calze chiare. Al termine dell’escursione, effettuare un attento esame visivo e tattile della propria pelle, dei propri indumenti e rimuovere le zecche eventualmente presenti. In caso vengano individuate, le zecche vanno prontamente rimosse perché la probabilità di contrarre un’infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull’ospite.

Rimozione del parassita

Attenzione a come rimuovere la zecca: deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa imprimendo un leggero movimento di rotazione per evitare che il rigurgito provocato aumenti la possibilità di trasmissione di agenti patogeni. Disinfettare, quindi, la cute e osservarla per un periodo di  30-40 giorni per individuare la comparsa di eventuali segni e sintomi di infezione. Se dovesse comparire un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi, è importante rivolgersi al proprio medico curante.

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