Allattamento gattini, vietato improvvisarsi

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Foto di repertorio

Gattini abbandonati, orfani o semplicemente figli di una nidiata troppo numerosa: ogni anno sono sempre tanti i micetti che vengono salvati da balie umane attraverso l’allattamento. Doversi sostituire a mamma gatta è, purtroppo, tutt’altro che una eventualità rara soprattutto durante il periodo estivo. Lo sanno bene i volontari di gattili e rifugi, così come i veterinari, che soprattutto in questa stagione dell’anno sono chiamati a far fronte ad una vera e propria emergenza cucciolate costitute spesso da esserini di pochi giorni di vita.  Armati di biberon, siringhe e latte in polvere, si ritrovano a dover fare le veci di mamma gatta totalmente o parzialmente. Nel caso in cui il latte materno non sia sufficiente per sfamare cucciolate numerose, infatti, sarà sufficiente dare un aiuto – talvolta anche solo momentaneo – alla micia per supplire alla scarsità di cibo. In caso, invece, di morte della puerpera a quattro zampe così come di vili abbandoni di piccoli, sarà necessario sostituirsi completamente alla micia. In questa eventualità, dunque, bisognerà surrogare mamma gatta anche per quanto riguarda la stimolazione per l’espletamento dei bisogni fisiologici. Qualsiasi siano le motivazioni, è indispensabile non improvvisarsi ma seguire determinate regole affinché il cucciolo possa sopravvivere a questa delicata fase della vita. Ma che fare in caso di ritrovamento di gattini? Innanzitutto portarlo immediatamente dal veterinario per accertarne le condizioni di salute, stabilire l’età ed eventualmente sostenerlo con terapie mirate. Nell’eventualità in cui ci si debba occupare del piccolo, ecco qualche consiglio essenziale per farlo nella maniera corretta:

  • Preparazione del latte. Eccezion fatta per emergenze dell’ultimo minuto per le quali ci si può affidare a ricette “casalinghe” rigorosamente suggerite e supervisionate dal medico veterinario, è bene avvalersi di latte artificiale in polvere. Tale preparato è specificatamente formulato per fornire ai piccoli quattro zampe i nutrimenti essenziali e bilanciati di cui hanno bisogno per crescere. Generalmente è sotto forma di polvere da miscelare ad un determinato quantitativo di acqua suggerito sulla confezione e andrà scaldato in un pentolino fino a raggiungere una temperatura di circa 30 gradi. In caso non si disponga di un termometro per alimenti, è possibile controllare il grado di calore toccandolo con il polso: al contatto con la pelle di questa zona, il latte non dovrà risultare né freddo né caldo ma tiepido. Eventuale preparato in eccedenza andrà conservato in frigorifero e scaldato successivamente preferibilmente non più di una volta. Attenzione a non lasciare il latte fuori dal frigo poiché potrebbe irrancidire velocemente e dunque fare male ai piccoli.
  • Biberon o siringa senz’ago? Il biberon è il surrogato più simile alla mammella materna e a differenza della siringa, permette al gattino di succhiare il latte. Se correttamente utilizzato, aiuta inoltre a ridurre il rischio di ingestione accidentale, pericolosa evenienza che può risultare mortale. Soprattutto per questo pericolo, attenzione a come si allatta il micetto. Il gattino deve essere preferibilmente tenuto prono ovvero appoggiato sulla pancia per ricreare la medesima posizione naturale che assumerebbe se succhiasse il latte dalle mammelle della madre. La posizione del piccolo è fondamentale per evitare che il neonato felino possa sviluppare polmoniti ab ingestis ovvero broncopolmoniti generate proprio dell’ingresso di latte nell’albero bronchiale. Per scongiurare il medesimo rischio, è necessario non esercitare più di una lieve pressione sul biberon oppure sullo stantuffo della siringa per evitare che esca una eccessiva quantità di latte.

Generalmente i biberon al momento dell’acquisto non hanno la tettarella forata.Per farlo, basterà avvalersi di un ago sterile o riscaldato sulla fiamma. Attenzione a non creare un buco troppo largo: deve essere sufficiente per permettere la fuoriuscita solo di alcune gocce di latte.

  • Una volta terminato il pasto, bisognerà stimolare le naturali funzioni fisiologiche. Per farlo, basterà massaggiare la zona ano-genitale con un batuffolo di ovatta bagnato con acqua tiepida oppure dello scottex inumidito in modo da imitare la lingua di mamma gatta.
  • Ogni quanto allattarlo? Ancora una volta bisogna tentare di riprodurre i tempi dell’allattamento materno. Nelle prime settimane i pasti saranno molto frequenti: durante i primi quindici giorni, i gattini dovrebbero essere allattati ogni due o tre ore durante il giorno mentre si può allungare a quattro ore la notte. Quest’ultima frequenza di poppata diventerà la normale cadenza diurna tra i 15 e i 20 giorni mentre in orario notturno si può passare a 5 ore. Arrivati ai 20 giorni di vita, le poppate possono essere distanziate di 5 ore durante il giorno e arrivare fino a 6-7 ore la notte. A circa 1 mese di vita, i piccoli dovrebbero essere pronti ad ingerire cibi solidi che devono essere gradualmente inseriti sostituendosi, sempre progressivamente, al latte. Scegliere esclusivamente alimenti per cuccioli è l’imperativo! Oltre ad avere dimensioni ridotte a portata di piccole fauci, i mangimi per gattini – nei pet shop specializzati denominati “Kitten” – sono ricchi di tutte le sostanze nutritive di cui il piccolo felino ha bisogno per crescere.
  • Attenzione all’igiene! A termine poppate, esattamente come si farebbe per un cucciolo umano, bisogna sterilizzare il biberon e la tettarella facendoli bollire in acqua calda.

Il gattino piange, si lamenta tra un pasto e l’altro succhiando ciò che ha a portata di bocca?  Probabilmente ha fame! Tuttavia per ogni incertezza, è sempre indispensabile rivolgersi al proprio veterinario di fiducia che saprà fugare qualsiasi dubbio e apportare tempestive cure appropriate nel caso ve ne sia bisogno.

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