Cuccioli, quando è giusto allontanarli dalla mamma?

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Foto di repertorio

Accogliere all’interno della propria famiglia un piccolo quadrupede è certamente uno dei momenti più attesi non solo dai bambini ma anche dagli adulti. L’irrefrenabile desiderio di aprire le porte di casa ad un indifeso batuffolo a quattro zampe – che talvolta può essere tenuto sul palmo di una mano – deve però sempre andare a braccetto con responsabilità e consapevolezza per mirare al benessere del piccolo.

In questo senso, mai avere fretta di separare il cucciolo di cane o il gattino dalla mamma. Un distacco precoce, infatti, potrebbe avere serie ripercussioni sulla salute psico-fisica dell’animale.

Quando è il momento giusto per allontanare il piccolo quattro zampe dalla famiglia d’origine per accoglierlo nella nostra? La legge parla chiaro: è vietato allontanare i piccoli di cane e gatto dalla madre prima dei 60 giorni di vita. Con l’ordinanza del 6 agosto del 2008, il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali ha fissato quel limite temporale indicato dalla medicina veterinaria come il termine ottimale ai fini dello sviluppo socio-cognitivo del cucciolo nella sua relazione con il proprietario.

I genitori, anche quelli a quattro zampe, sono figure di riferimento indispensabili per rendere un piccolo un futuro adulto equilibrato e socialmente competente e i primi due mesi di vita sono estremamente importanti e proficui dal punto di vista dell’apprendimento. Comportamento, carattere e attitudini che caratterizzeranno il nostro amico a quattro zampe in età adulta dipendono, dunque, in buona parte da questo periodo di sviluppo. Parlando strettamente di cani e gatti, nei primi mesi di vita il piccolo quadrupede imparerà non solo a mangiare in maniera autosufficiente ma anche a conoscere regole e dinamiche sociali che lo renderanno un adulto socialmente competente. L ’inibizione al morso per evitare di ferire il compagno di giochi (che sia canino o felino prima e umano in seguito), alcuni autocontrolli tra i quali come sporcare nel posto giusto ma anche la caccia alle prede sono solo alcune delle dinamiche apprese nella primissima fase di vita. Facciamo un altro esempio: tutti i genitori hanno ripetuto ai loro figli “Non prendere quello, non è tuo”. I cani non fanno eccezione solo che le “parole” utilizzate per “dirlo” alla loro prole sono sintetizzate in un netto ringhio. Stesso “programma” di apprendimento interesserà i gattini che -grazie alla mamma – impareranno inoltre a cacciare con successo, utilizzare la lettiera e a seppellire accuratamente le deiezioni per nasconderle al naso di eventuali predatori.

Non esistono surrogati umani in grado di impartire in maniera così efficiente le preziose informazioni che il cucciolo acquisisce rimanendo con la mamma e i fratelli.  Imparare a non toccare le cose altrui – ad esempio – servirà in futuro per rapportarsi in maniera corretta con i propri simili e ad avere un comportamento consono che eviterà litigi e baruffe anche violente legate proprio ad incomprensioni tra adulti.

Ad un distacco precoce meglio, dunque, un allontanamento tardivo. Passare più tempo con la mamma gli darà certamente più chance per diventare un adulto equilibrato e sicuro di sé e non inficerà in alcun modo l’affezionamento alla famiglia umana.

Del resto come diceva il poeta inglese George Herbert, “Una buona madre vale più di mille maestre”.

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