Cani aggressivi: è quasi sempre questione di padroni incompetenti

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Foto di repertorio

Non esistono cani aggressivi per determinazione genetica ma animali resi tali da padroni incompetenti. A scatenare episodi di aggressività, purtroppo talvolta mortali, è quasi sempre una gestione sbagliata di Fido figlia di una totale mancanza di competenze dei proprietari. Attacci spesso definiti dalla stampa “improvvisi” quando invece sarebbero stati – nella maggior parte dei casi – perfettamente prevedibili da un occhio competente. L’amore non basta per essere bravi padroni. Ci sono cani immensamente amati dai loro proprietari ma incompresi, stressati o frustrati. L’incapacità di saper capire le motivazioni alla base di un comportamento, l’analfabetismo cinofilo che impedisce di decodificare efficacemente i segnali con cui il nostro quattro zampe ci comunica paure e disagi unitamente alle cattive abitudini che gli diamo spesso senza nemmeno accorgercene, finiscono spesso per dipingere gli epiloghi peggiori.

Quattro zampe che, loro malgrado, finiscono per essere protagonisti sulle pagine di cronaca nera scatenando ciclicamente una sorta di caccia alle streghe in cui molte razze, come rottweiler e pitbull – solo per citarne alcune – vengono tacciate di essere pericolose. Dal punto di vista legislativo, questi episodi hanno ciclicamente generato leggi miopi in cui venivano stilate liste di cani considerati pericolosi poi puntualmente abolite. Inconsapevolmente, dunque, i padroni rischiano di commettere errori che tuttavia possono scatenare reazioni anche mordaci. Ma quali sono gli sbagli più ricorrenti alla base di questi attacchi? “Sono molteplici e molto ampi – afferma Monica Leonardi, istruttore formatore Csen logo-associazione-la-furiosadell’associazione “La furiosa”, dalla lunga esperienza anche nel recupero di quattro zampe con gravi episodi di mordacità -. Dovendo generalizzare possiamo dire che è sempre un problema di gestione: o perché non si conoscono le caratteristiche di quella determinata razza oppure perché non si conosce il passato di quel cane o, ancora, perché si finisce per dare troppa responsabilità al mio cane di casa che ha il carattere e la mole per potersi prendere in gestione il branco, creo sempre e comunque dei momenti dove posso scatenare aggressività”.

Come si traducono queste mancanza di competenze dei proprietari in termini pratici? “Sempre più spesso ci troviamo a lavorare su cani che hanno delle “non conoscenze”. Sono frequenti, ad esempio, animali che hanno paura del contatto fisico, che non sono abituati ad essere abbracciati mentre noi, interpretando tutto a livello umanistico, pensiamo che una bella abbracciatona vada sempre bene. Sbagliato. Un comportamento del genere in cani insicuri o con fobie può invece scatenare aggressività proprio perché il cane si trova all’angolo ed ha molta paura”. È il caso di cani traumatizzati sul contatto, perché in passato sono stati picchiati con il giornale o perché sono stati messi all’angolo e poi picchiati che, in questi contesti, frequentemente danno pinzate e mordono con grande semplicità. “Il problema per loro è proprio l’essere costretti. Quindi, seppur pensando di fare del bene, creiamo un disagio tale per cui il cane va in panico e per allontanarci passano al morso. Spesso poi, quando cagnolini molto piccoli come i pinscher ringhiano, non si dà loro molta importanza. Il risultato è che loro imparano che il ringhio non funziona mentre il morso è più efficace perché la persona si allontana”. Ovviamente la fobia può riguardare qualsiasi mole e razza ed i danni collegati ad una reazione mordace sono direttamente proporzionali all’aumentare della mole. “Se questa problematica interessa un rottweiler, è ovvio che la risposta di aggressività sarà diversa, sarà più importante perché la mole è decisamente diversa”.

Altri errori che vengono frequentemente commessi riguardano poi quelli legati ad una gestione sbagliata. “Ci vogliono regole. Se io ho un cagnolino tipo chihuahua al quale gli permetto di fare qualsiasi cosa come -ad esempio – correre per primo alla porta abbaiando per vedere chi è quando suonano il campanello oppure lasciargli sempre il cibo a disposizione o ancora giocare ogni volta che ce lo chiede portandoci il suo gioco per poi abbaiare, gli daremo dei privilegi. La mancanza di regole che permettano di gestire correttamente situazioni come queste, finirà per far pensare al cane che io gli abbia detto di comandare, di gestire questo branco. Gli avrò quindi dato una responsabilità troppo grande tale per cui molto probabilmente, in una di piccola taglia, avrò creato delle grosse ansie tanto che talvolta portano addirittura all’ autolesionismo. Cani invece come rottweiler, pitbull, maremmano, pastore tedesco, dobermann e in generale quelli da guardia o da difesa personale, questa responsabilità se la prenderanno più che volentieri”.

Attenzione dunque alla “delega di responsabilità”. “Se io insegno ad un cucciolo di rottweiler che se quando suonano alla porta lui va per primo e annusa l’estraneo che entra – esemplifica Monica Leonardi -, gli sto dicendo che sarà lui in futuro a decidere chi entrerà e chi no. Dunque, avrà libero arbitrio di ringhiare o meno a questa persona e deciderà lui chi farà entrare e chi no”. Bando alle maniere forti. “Con queste razze c’è chi pensa che avere polso sia la scelta giusta invece è sbagliatissimo: bisogna lavorare su una collaborativa di branco anche perché un capobranco, uomo o canino, troppo autoritario invece che autorevole, in natura viene scacciato dal branco. Quindi attenzione perché avere polso significa rischiare di prenderle pesantemente dal nostro cane”. Attenzione anche a sgridare il cane in maniera non corretta. “Molte persone rimproverano i cani anche se vanno nella cuccia. Non è raro che continuino a dare i calci alla cuccia, alcuni addirittura a picchiarli col giornale. Questo per la legge canina non è permesso dunque cosa può succedere? Che un cane che è stato sottomesso tutta la vita e che ha accettato tutto per lungo tempo, nel momento in cui viene sgridato dentro alla cuccia o nel suo luogo di riposo – si rivolti.

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